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Rimane ben poco a tesimoniare questa prima epoca a causa dell'assalto, intorno 1156, di Guglielmo il Malo che ridusse il Castello a poco più di un rudere. L'attuale struttura del complesso si deve a Federico II che incaricò Guido del Vasto di progettare e costruire la parte interna del castello che presenta una pianta quadrangolare con torri parallelepipede agli angoli denominate: quelle interne "del Semaforo" e "dei Minorenni", quelle rivolte verso il mare "del Monaco" e "del Vento". Successivi ampliamenti e potenziamenti furono disposti da Carlo d'Angiò i cui lavori furono affidati a maestri locali. Tra il 1280 e il 1463 il castello fu affidato a vari feudatari, successivamente passò a Ferrante d'Aragona quando Bari divenne suo dominio regio, e da questi donato agli Sforza in occasione delle nozze di suo figlio Alfonso con la figlia del duca di Milano. Agli inizi del cinquecento divenne dimora della duchessa di Bari, Isabella d'Aragona, donna abile e con idee chiare anche sul fronte politico, che trasformò il Castello in una lussuosa dimora fortificata meta di letterati, artisti e potenti uomini di corte. Grazie alla duchessa il complesso fu munito sui tre lati vero terra da una poderosa cinta bastionata a forte scarpa rafforzata da poderosi baluardi e costruito un ampio fossato. Durante la rivoluzione francese fu adibito dai Borboni a fortezza e prigione; poi divenne caserma per la fanteria e gendarmeria. Attulmente il castello, che mantiene sostanzialmente l'antico splendore, è sede della Soprintendenza ai beni architettonici storici e artistici della Puglia. |
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