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Il tesoro di Lecce Nel 1463 il re Ferrante di Aragona, uomo senza scrupoli e malvagio, con un falso testamento si dichiarò erede delle terre di Bari, Altamura, Taranto, Otranto e Lecce. Il 6 Dicembre si diresse subito a Lecce, fissando la sua dimora nel castello della città. Quello che più lo interessava era mettere le mani sull'ingente tesoro che Raimondello Orsino, sua moglie Maria d'Enghien ed il figlio Giovanni Antonio, avevano accumulato diventando molto più ricchi dello stesso re che, invece, aveva ereditato uno Stato debitore perfino nei confronti delle sue stesse truppe. Il re Ferrante fu accolto con molto sfarzo e devozione anche dalla Chiesa, ma il suo pensiero correva altrove. Seppe finalmente dal sindaco che il tesoro tanto ambito era chiuso in un gran numero di casse serrate nella Torre Mastra del castello che poteva raggiungere "in soli quattro passi" Ferrante attendeva da anni di fare quei "quattro passi" e non potè fare a meno di manifestare la sua gioia ed emozione di fronte a tanto tesoro. Quel re Ferrante I, giunto a Lecce povero in canna e oberato di debiti, quando sul finire del 1463 lasciò la città era il re più ricco d'Italia. |
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