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Quindici anni più tardi furono eseguite importanti opere di fortificazione dirette dall'architetto Stefano di Romualdo, altri lavori diretti da Pietro d'Angicourt si ebbero con gli Angioini. Le numerose scritte su alcune parti del castello, come l'iscrizione posta nel cortile occidentale sul grande portale a doppio arco ogivale o l'iscrizione nella parte meridionale del cortile, hanno permesso di ricostruire in maniera certa quelle che furono le diverse fasi di ristrutturazione. Quest'ultima iscrizione fa riferimento ai lavori di ammodernamento dell'ala sud che stravolsero la fisionomia sveva del castello, per conferirgli caratteristiche rinascimentali. La stessa iscrizione rende noto che il castello fu per un breve periodo, intorno al 1533, sotto la giurisdizione veneta prima di passare all'imperatore Carlo V. Gli ultimi lavori videro l'inspessimento delle pareti esterne dell'area meridionale e la cimatura delle torri per adeguare il castello alle mutate tecniche belliche e all'uso dell'artiglieria. Nel 1586 fu sede del Tribunale della Sacra Udienza della provincia di Bari mentre nel 1832, passato al Ministero dell'Interno, fu utilizzato come carcere. Solo Negli ultimi decenni delicate opere di restauro hanno restituito al Castello le connotazioni architettoniche originarie. |
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